Ranma ½ – Anime si? Anime no?

Ogni qualvolta viene annunciato l’adattamento anime di un manga, un vero fan prova sempre due emozioni: felicità e preoccupazione. Chiaramente è sempre felice perché un adattamento anime rende più famoso il manga stesso. Moltissimi manga, se non tutti, hanno raggiunto l’apice della loro fama. E chiaramente, il sogno di chi ama un manga un po’ di nicchia e che questo raggiunga una buona notorietà

Allora perché preoccupazione? Beh, i motivi principali sono due: il reparto tecnico e l’adattamento.
Il reparto tecnico è tutto ciò che concerne il sonoro e il visivo, quindi disegni, animazioni, voci, musiche etc.
L’adattamento potremmo definirlo il rapporto anime/manga, ovvero quanto sia la serie animata fedele al fumetto.

Bene passiamo al nostro Ranma ½, partendo dal reparto tecnico.
Rumiko Takahashi ha, almeno nei primi volumi del manga, un tratto che non mi fa impazzire. Sotto questo punto di vista, l’anime aiuta tantissimo: i disegni, che forse sono leggermente diversi dall’opera originale, sono ben fatti e godibili. Chiaramente la qualità non è delle migliori ma parliamo degli anni ’90 quindi è normalissimo. Le musiche mi piacciono, delle voci non posso discuterne perché non mi metto a commentare quelle giapponesi. Quelle italiane Dynit mi piacciono ma questa è un’altra storia.
Forse c’è qualche piccola pecca nelle animazioni, ma nel complesso il reparto tecnico è sicuramente di qualità.

E ora passiamo un po’ allo scoglio dell’anime di Ranma ½: l’adattamento.
Iniziò così bene: seguiva man mano il manga e poi… boh?
Accetto i filler, ci stanno che vi piaccia o no. Accetto anche qualche allungamento di brodo. Accetto anche qualche storia tagliata. Però certe decisioni non le capisco. Facciamo qualche esempio: (piccoli spoiler dell’anime)
1)Perché inserire Sasuke il Ninja…
Un minuto, lo avete notato? SASUKE, NINJA. Non vi ricorda anche a voi un manga finito da poco? COINCIDENZE? RANMA ½ IS EVERYWHERE!
Ehm, tornando seri:
1) Perché inserire Sasuke il Ninja servo dei Kuno e sostituirlo a Gosunkugi?
Onestamente, mi è sembrato un personaggio inserito malissimo perché molto anonimo ed inoltre le poche scene divertenti sono quelle che originariamente erano di Gosunkugi. Il filler in cui viene licenziato l’ho trovato molto inutile nel contesto di questo anime, davvero
2) Nello scontro con Mousse, nel manga, tutti scoprono il segreto di Ranma. Nell’anime solo nello scontro con Mariko.

Questi sono solo due esempi di alcune piccole cose che mi hanno fatto un po’ storcere il naso ma che, TUTTO SOMMATO, potevo anche digerire. Ma se c’è una cosa che davvero non ho sopportato è stata la mancata copertura non di tutto l’anime ma almeno delle storie più significative.

Ultima puntata: anziché dare un finale a tutto, mette ancora più dubbi. Cosa fastidiosa però la casa produttrice ha una buona idea: visto che alcune storie dal 22 in poi iniziano ad essere un po’ noiose e monotone (almeno così la penso io) facciamo degli OAV su quelle significative.
Andiamo con ordine: (piccoli spoiler anche qui, del manga in particolare)
-La spilla della discordia: Ok, storia così così ma come primo OAV posso accettarla.
-Natale a casa Tendo: filler mediocre, ma ci può stare.
-Il sapore della sfida: capitolo stupido, ma l’adattamento è carino. Passabile.
-Una professoressa da 5 yen: ottima scelta ma… avete saltato Herb, sapete… l’autrice ha scritto 13 capitoli e la storia non è poi così tanto male eh.
-Due eredi di troppo: filler ma mi è piaciuto molto.
-Ricordi Sopiti: Apoteosi, una delle storie più belle di Ranma ½, menomale che avete fatto l’OAV.
-Il tunnel perduto dell’amore: non malaccio.
-L’orco malvagio: inutile capitolo noioso e mi avete saltato Ryu Kumon così :/
-La Falsa Akane: bellina la storia, ma avete saltato Akari.
Oh poi ci sarebbe il film sulla fenice di Kuno: inutile noioso etc etc.

E finirono così nel ’96. Direi che i fan di allora sono sicuramente rimasti un bel po’ delusi per non aver visto il finale in tv. Ma penso che la cosa peggiore sia accaduta pochi anni fa: speciale “Rumic World”, ci sarà un OAV di Ranma ½. Immagino la gioa. Poi scopri che è su un capitolo auto-conclusivo. Orribile poi. Secondo me se lo potevano risparmiare, avrei preferito una storia originale a ‘sto punto o magari un bel crossover tra Lamù, Ranma ½ e Inu Yasha. Invece la delusione, un anime senza conclusione.

In questo verso, vi lascio anche un articolo che parla delle mancanze dell’anime (l’autore/autrice si interroga sulla possibilità di un remake). È in inglese, ma nulla di incomprensibile;
http://diamed-the-road-less-traveled.blogspot.it/2014/05/why-ranma-12-never-got-remake.html

Sarebbe stato un prodotto di altissima qualità se concluso per bene ed invece la mancanza del finale fa davvero incacchiare. Anche per questione di rispetto verso chi guardava solo l’anime perché magari non sapeva dell’esistenza del manga (Internet non era così diffuso all’epoca).

Tirando le somme, comunque, il prodotto non è da buttare, anzi.
Chi vuole approcciarsi a Ranma ½ tramite l’anime può farlo benissimo ma dovrà comunque andare sul manga per concludere la storia.
Chi invece ha letto solo il manga e vuole vedere l’anime non ne andrà a perdere, soprattutto nelle prime puntate, ma a lungo andare potrebbe risultare noioso a causa di alcuni filler scarsi e della mancanza del finale. Però guardatevelo e guardatevi anche gli OAV.

7 pensieri su “Ranma ½ – Anime si? Anime no?

  1. Ciao Fork, sono Manuel (o scaccabaro di forumcommunity).
    Sono d’accordo con quello che hai detto, specialmente per quanto riguarda la mancanza di un finale dignitoso. Tuttavia, le questioni da te sollevate sono risolvibili e cercherò di dare una spiegazione personale, frutto delle interviste e di articoli che ho letto inerenti al mondo di Ranma 1/2.

    Prima cosa: l’anime è un mero prodotto commerciale. Ciò significa che dettagli e precisione sono lasciate più al caso che ad una prassi che proceda seguendo passo passo il manga. Mi spiego meglio.
    L’opera madre è il manga, pensato, elaborato, scritto e pubblicato dalla Takahashi. È lei che ha creato trama e personaggi.
    L’anime è un espediente commerciale che è stato creato con il solo e unico scopo di fare soldi (ovviamente anche il manga è stato creato per soldi, ma lì il discorso è diverso). Risultato? Attenzione per i dettagli e adattamento scadenti.
    Infatti, inizialmente fu creata la prima serie di 18 puntate, molto attinente al manga e di qualità superiore al resto dell’anime. Essa aveva lo scopo di testare la trasposizione animata di un manga che aveva ottenuto un grande successo. La serie venne accettata dai telespettatori e quindi si procedette con l’adattamento delle puntate successive. Quì sono sorti i problemi, tantissimi problemi.
    Nacque dunque la serie Nettohen, divisa in diverse stagioni. Essa è caratterizzata da parecchi episodi originali (i famosi fillers) e da una qualità grafica in progressiva decadenza. Ciò è dovuto al fatto che contemporaneamente alla produzione dell’anime venivano di volta in volta disegnati OAV e film. Per tale motivo, lo studio si divise in due parti: da un lato alcuni disegnavano l’anime, altri OAV e film.
    Per quanto riguarda i fillers, questi avevano il compito di dare tempo alla Takahashi di continuare il manga (dato che lei procedeva con la sua tranquillità) e soprattutto di rendere “autonoma” la serie, che così poteva – diciamo – distinguersi dall’opera originale. Conseguenza? Episodi non all’altezza (eccezion fatta per qualcuno).
    Poi si è giunti al momento in cui la Kitty Films iniziò a perdere telespettatori e quindi troncò malamente l’anime, non degnandolo di un finale apprezzabile. La mancanza del finale è spiegabile per via economica (o del guadagno): poiché era necessario stare al passo della Takahashi, la serie avrebbe coperto un arco temporale eccessivamente lungo. Ciò avrebbe comportato spese più alte per i produttori e fu presa la decisione di finire la serie per concentrarsi sugli OAV.
    Discorso OAV: la scelta di quali episodi trasporre è stata totalmente demandata ai telespettatori. Vennero fatti dei sondaggi chiedendo di scegliere quali episodi del manga riprodurre in versione animata. Quindi la responsabilità o “colpa” della scelta di essi non ricadde su produttori o disegnatori, ma unicamente sui giovani appassionati del manga.
    In sostanza, gli OAV avevano il mero obiettivo di spremere quanto più possibile l’opera originale per trarre esclusivamente guadagno ECONOMICO. Difficile da accettare, ma purtroppo è così.

    Quello che ho cercato di dire è che l’anime è un mero e solo PRODOTTO COMMERCIALE. Il manga è invece una produzione personale e soggettiva dell’autrice, la quale non era vincolata come invece lo erano i creatori dell’anime.
    Le questioni da te sollevate le risolvo (personalmente parlando) con spiegazioni di natura economica.

    Ps: a me gli OAV, così come i primi due film, non sono dispiaciuti affatto. Soltanto “Natale a casa Tendo” mi ha lasciato un po’ perplesso, perché comunque viene creato un rapporto tra Ranma ed Akane diverso da quello del resto dell’anime o degli altri OAV. L’OAV del 2008 ha deluso parecchi, ma secondo me non hanno scelto di creare l’episodio conclusivo perché esso non avrebbe potuto ridursi ad un breve OAV di 30 minuti scarsi, avrebbe cioè richiesto un adattamento più lungo, magari cinematografico (che chissà, magari arriverà in futuro).

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    • Che l’anime sia un prodotto commerciale lo so ma comunque PRIMA per vendere serviva la qualità. Oggi è un altro discorso, o almeno è quello che io ho constatato ma va be’.
      Gli OAV sono stati prodotti dopo l’anime. L’anime è finito nel ’92 e gli OAV sono iniziati nel ’93. I film invece furono fatti nel ’91 se non erro quindi a trasportazione finita o quasi. I fillers non li critico perché sono presenti in tutti i manga che hanno una trasportazione quasi contemporanea (Dragon Ball, One Piece e chi più ne ha più ne metta) e poi, dato l’argomento che non segue una storia, si inseriscono anche bene.
      Non sono sicuro che gli OAV sono stati scelti tramite sondaggi o simili, non credo che ci fosse una potenza mediatica del genere all’epoca e comunque non spiegherebbe gli “OAV filler”. Se però hai una fonte per smentirmi, sono curioso di leggerla.
      In conclusione penso che il problema sia la scarsa qualità della casa produttrice (Kitty Films, già dal nome) che ci ha fornito un minestrone, davvero. Scommetto che la TOEI non avrebbe fatto troppi problemi.
      Poi comunque non parliamo di un manga di nicchia. E non lo dico perché mi piace, ma perché ha fatto 50+ milioni di copie vendute in Giappone, quindi non proprio un flop commerciale.

      PS: non è che gli OAV mi sono dispiaciuti ma speravo in altre storie.

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      • Tutto quello che ho scritto l’ho appreso da interviste e articoli che ho letto mesi fa. Ritrovarli è un po’ difficile.
        Comunque, mi dispiace ma devo smentirti.
        Innanzitutto, gli OAV non sono solo quelli che noi conosciamo, ma ci sono altri OAV che sono però più musicali che animati, ma la divisione dei disegnatori c’è stata e si vede nella qualità grafica da metà anime in poi. Inoltre, anche se il primo film è uscito nelle sale nel 1991 non significa che sia stato prodotto alla fine della serie, ma è presumibile che sia stato disegnato nel 1990, quando ancora andavano avanti anime e OAV.
        I sondaggi sono stati fatti nelle riviste e nel manga stesso: si rispondeva inviando una lettera alla casa che ha indetto il sondaggio (metodi per noi del 2014 obsoleti xD).

        Ripeto, purtroppo non ricordo i siti da dove ho letto tutto ciò, ma ti assicuro che le cose sono andate così.

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  2. Manuel ha chiarito bene la situazione. Aggiungo qualche considerazione per ricostruire meglio la vicenda dell’anime dal punto di vista cronologico (dal segno molto nerd, avviso in anticipo):

    1) La prima stagione del 1989 (Ninunnoichi, in sostanza i primi 21 episodi) costituisce una serie a parte, con uno staff che proveniva dai precedenti adattamenti takahashiani, dunque già collaudato (la character designer, Atsuko Nakajima, era una delle animatrici-manovalanza di Lamù ed era stata poi promossa a dirigere le animazioni di diversi episodi di Maison Ikkoku; Totomi Mochizuki, il regista, proveniva a sua volta da Maison Ikkoku) e che poteva contare su un budget sostanzioso. La serie successiva (Nettohen, i restanti 140 episodi), pur mantenendo il chara design invariato, è indubbiamente “di massa” e in genere meno curata.

    2) Ma all’interno della serie Nettohen sono successe diverse cose. Il primo “capoccia”, Koji Sawai (uno nuovo, senza precedenti esperienze takahashiane), volle imprimere il suo marchio, per così dire, puntando soprattutto sulla demenzialità delle situazioni e sull’abbandono della continuity (infatti i capitoli manga venivano trasposti in ordine sparso). Questa situazione dura per tutte le stagioni 2, 3, 4, fino all’episodio 87 che segnerà l’addio di Sawai con un episodio da lui (penosamente) scritto e diretto (“Il pasticcio di Ranma”).

    3) Sempre Sawai spinse per l’ingresso in scena del personaggio di Sasuke al posto dell’originale Gosunkugi. Il motivo non è mai stato chiaro, probabilmente per mostrare maggiormente la sua autonomia dal manga originale, ma si dice anche che il ruolo sia stato creato ad hoc per permettere l’ingresso nel cast dello storico doppiatore takahashiano Shigeru Chiba (non nuovo a personaggi filler: interpretò l’occhialuto Megane in Lamù e Garlic Jr. in Dragon Ball, entrambi non presenti nei rispettivi manga).

    4) Come detto da Manuel, intorno alla quarta stagione (siamo nel 1990) la qualità di disegni e animazioni peggiorò sensibilmente per una decina di episodi (circa 60-70) in quanto gran parte dello staff era impegnata nella realizzazione dei due OAV musicali “Nettou Utagassen”.

    5) Con l’episodio 88 subentrò quale nuovo “capoccia” della serie Junji Nishimura, il quale avrebbe mantenuto la poltrona fino alla fine della serie (stagioni 5, 6, 7, anni 1991-1992) e anche per tutti gli OAV “canonici”. Più fedele alla Takahashi, ripristinò la continuity, recuperò molti episodi manga saltati da Sawai ed introdusse Gosunkugi con appositi episodi filler. Amava molto l’aspetto del manga legato alle arti marziali, e non a caso è a questo punto che comparvero molti episodi (trasposizioni e filler) legati a diverse improbabili “scuole di combattimento” (del tè, del pasto; ma anche shoji, stile western, giocattoli e via dicendo). Oltre a ciò, commissionò alla Nakajima un nuovo character design più moderno e spigoloso (molto vicino a quello che sarà negli OAV), che possiamo vedere all’opera dall’episodio 98 circa.

    6) Un gruppetto di episodi filler, distribuiti lungo il corso dell’anime, fa quasi storia a parte. Sono scritti e diretti da Kazuhiro Furuhashi, futuro regista de Le Chavalier d’Eon, e si caratterizzano per essere tutti molto curati nei disegni e negli storyboard.(“es. “Doppia personalità”, “Ryogatto”, “Il segreto della scuola di combattimento della cerimonia del tè”, “Akane va all’ospedale”, storie in cui tra l’altro sviluppa il rapporto Ranma-Akane più di quanto faccia nel frattempo la Takahashi). Furuhashi collaborò a tutte le stagioni tranne la settima, perché personalmente impegnato nella preparazione del secondo film (“La sposa dell’isola delle illusioni”).

    7) Dopo la fine della serie televisiva vi fu un anno di stasi, poi nel 1993 partì la produzione degli OAV. I primi sei costituiscono una sorta di blocco unico, uscivano regolarmente ogni tre mesi ed avevano tutti il medesimo staff: regia di Nishimura, storia e storyboard di Furuhashi e direzione delle animazioni della Nakajima. In sostanza, il meglio del meglio dello staff della serie Nettohen. Contando su un budget di nuovo più alto, non è un mistero che la realizzazione tecnica sia a livelli altrettanto alti. E a questo punto credo si spiegherà il tuo dubbio sull’OAV “Natale a casa Tendo”: si tratta di un episodio-omaggio che Kazuhiro Furuhashi fa all’anime di Ranma e sostanzialmente anche a se stesso, ripescando personaggi minori vari nonché il riferimento finale al (suo) secondo film.

    8) Gli OAV successivi e il terzo film fanno storia a parte. Furuhashi e la Nakajima abbandonarono la serie per andare a lavorare al nuovo anime “You’re under arrest”, lasciando così Nishimura a curare sia la regia che gli storyboard. I due OAV “Ricordi sopiti” furono prodotti in seguito ad un sondaggio fatto tra i fan, che avrebbero dovuto scegliere la storia da trasporre in animazione (dunque sì, virtualmente avremmo potuto avere, che so, Herb al posto di Shinnosuke!). Gli ultimi tre furono prodotti in blocco e riunirono la maggior parte possibile dei personaggi (spesso con evidenti forzature) per dare modo a tutto lo storico cast di doppiatori di recitare i loro ruoli. Dopo di questo non si andò ancor avanti per almeno due motivi: era il 1996 e il manga terminò proprio in quelle settimane, e questo come sempre spense l’interesse nel produrre nuovi anime; la Kitty Films annegava ormai nei debiti e avrebbe cessato ogni produzione nel giro di qualche mese.

    LOL, mi sa di avere esagerato. Ma spero di aver soddisfatto qualche curiosità.

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    • Quindi solo Ricordi Sopiti è stato scelto via sondaggio? Questo spiegherebbe molte cose, in quanto è probabilmente davvero la migliore storia fin a quel momento prodotta. Purtroppo il problema è quello che ho sottolineato io, la scarsa capacità della casa produttrice. Più che la fine dell’anime, penso sia la diminuzione netta dello staff, i debiti e il successivo fallimento a non far produrre nulla.

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      • Che io sappia, è così. Solo Ricordi Sopiti. E sono d’accordo, determinante è stata innanzitutto la crisi della Kitty Films.
        La verità è che i sintomi c’erano già dopo i primi sei OAV: fino a quel momento andava tutto bene, tanto che si sono sprecati a creare addirittura due filler di cui non c’era alcun bisogno (nel frattempo si era già accumulato diverso materiale mangaceo nuovo cui avrebbero potuto attingere) e ciò pare suggerire che fossero convinti che si sarebbe andati avanti a suon di OAV per molto altro tempo. Le produzioni successive sono più irregolari come uscite e hanno tutte la natura dell’evento: l’episodio speciale scelto dai fan, il “film” prodotto per un festival estivo (che poi tanto film non è, dura esattamente quanto gli altri OAV) e infine i tre OAV Super, che sembrano tanto una gentile concessione.

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